lunedì 22 aprile 2013

D. Smalley - Spettromorfologia



ANALISI MUSICA ELETTROACUSTICA



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due metodi principali.


  1. Quello di Smalley tratta il concetto di spettromofologia. Riprende molti aspetti formulati da Schaeffer ma li riorganizza sistematicamente e li porta ad un notevole grado di generalizzazione e approfondimento.
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II – D. Smalley: SPETTROMORFOLOGIA

Spettro → informazioni derivanti dallo spettro sonoro
Morfologia → il modo in cui lo spettro varia nel tempo

Strumento descrittivo basato sulla percezione uditiva.

Spiega modelli e processi spettrali e morfologici.
→ quadro di riferimento per comprendere le relazioni e le funzioni strutturali così come esse vengono percepite nel flusso del tempo.

Si interessa della percezione e del pensiero in termini di:

  • energie spettrali e forme nello spazio;
  • del loro comportamento;
  • dei loro processi di movimento e di crescita;
  • delle loro funzioni relative in un contesto musicale
Quando si usa la teoria spettro-morfologica (TSM) si deve ignorare la tecnologia con la quale è stato realizzato il lavoro (NO ascolto tecnologico).

Concentra attenzione sugli elementi intrinsechi: descrizione degli eventi sonori e delle loro relazioni all'interno i un brano musicale. Ciononostante tiene conto dell'aspetto estrinseco: un brano musicale non è un prodotto autonomo, è in relazione ad esperienze esterne, stimola l'ascoltatore a immaginare connessioni estrinseche fantasione attraverso la varietà e ambiguità dei suoi materiali, i colori spettrali, ecc.. . Sono presenti anche legami estrinsechi non sonori, ad esempio la TSM si occupa dei moti e della crescita, fenomeni non esclusivamente sonori che possono suggerire movimenti reali o immaginarie di forme nello spazio.

Source Bonding (legame con la fonte): per rappresentare la connessione fra intrinseco ed estrinseco.
La naturale tendenza a mettere in relazione i suoni con le fonti e cause ipotizzate, e a mettere in rapporto suoni che sembrano avere origini comuni o condivise”.

Gesto: è la traiettoria di un movimento-energia che eccita il corpo risonante, creando una vita spettromorfologia. E' un processo a doppio senso: causa-fonte-spettromorfologia, spettromorfologia-fonte-causa. Non solo ascoltiamo la musica, ma decodifichiamo anche l'attività umana che sta dietro le sm.
Nella musica acusmatica le sorgenti e le cause del suono sono distanti o separate da un gesto fisico.

Gestural surrogacy (surrogazione del gesto): misura la lontananza dal gesto primario:

  • Primal Gesture (gesto primitivo): idea astratta primaria
  • Surrogazione di I ordine: proiezione della primal gesture nel suono svincolato da un contesto musicalmente organizzato.
  • Surrogazione di II ordine: gesto strumentale tradizionale, un'abilità esecutiva riconoscibile è usata per sviluppare un'esecuzione.
  • Surrogazione di III ordine: gesto dedotto o immaginato, incertezza sul modo in cui il suono è stato prodotto, sul tipo di materiale, sulla traiettoria di movimento-energia applicata.
  • Surrogazione remota: totale lontananza dal gesto, fonte e causa sono sconosciute e inconoscibili, scompare qualsiasi attività umana dietro il suono
  • ARCHETIPI GESTUALI

Nota: unità-gesto basilare della musica strumentale. Ha al suo interno una storia spettrale






Ci sono 3 archetipi spettromorfologici base:

Attacco                                   

Attacco-Decadimento



Continuazione Graduata






La musica strumentale è realizzata mediante varianti di questi 3 archetipi, create attraverso fusioni e sovrapposizioni di esse.

Gli archetipi dimostrano che la nota provoca in noi un'aspettativa spettromorfologica, noi prevediamo o cerchiamo di prevedere le aspettative riguardo le linee di tendenza del cambiamento spettrale.

  • GESTO e TESSITURA
sono i principi formanti

Il gesto fondamentale della musica strumentale produce la nota.
Le note sono unità a basso livello, vengono raggruppate in profili gestuali di livello superiore (frase, periodo,ecc..).
Il gesto è portatore di una direzionalità strutturale.
La tessitura indica uno stato strutturale in cui gli elementi si bilanciano.
Più i gesti sono deboli, o lunghi o di evoluzione lenta, più l'orecchio tende a concentrarsi sui dettagli interni, sul piano tessiturale.
Gesto e tessitura possono convivere in equilibrio o può esserci una predominanza dell'una o dell'altra, si vengono a creare così diversi contesti:

  • Gesto-portato (gesture-carried): predominanza del gesto-porta
  • Tessitura-portato (texture-carried): predominanza della tessitura

Inoltre si possono individuare altre due strutture intermedie rispetto le altre:

  • Gesto-cornice (gesture-framing): gesti individuali con tessitura interna, i gesti incroniciano la tessitura. Il gesto prevale.
  • Tessitura-assetto (texture-setting): la tessitura fornisce una struttura fondamentale all'interno della quale i gesti individuali agiscono

  • FUNZIONI STRUTTURALI

Sono in relazione con l'aspettativa. Durante l'ascolto tentiamo di prevedere la direzionalità del mutamento spettrale, la direzione futura del suono (pattern di attesa).
L'aspettativa si può applicare sulle tre fasi della storia di un suono (onset, continuant, termination), pertanto è possibile definire delle varianti delle tre fasi attraverso una descrizione tecnico-metaforica.



Onsets (Inizi): si distinguono secondo una gradazione di attivazione

Continuants (Permanenze):

  • alcuni guardano avanti ed esprimono prima-dopo (passaggio, transizione);
  • altri rimandano alla fase precedente (prolungamento, mantenimento);
  • altri definiscono uno stato indipendente (affermazione).

Terminations (Fasi finali):

  • arrivo esrpime uno stato strutturale forte;
  • risoluzione e rilascio hanno funzione di rilassamento;
  • scomparsa è una chiusura debole.

Tali funzioni possono essere applicate sia a livelli superiori che a livelli inferiori della struttura, ad esempio a una nota, un oggetto, un gesto, una tessitura o a una processo di movimento o crescita.
  • MOTI E PROCESSI DI CRESCITA

musica tradizionale si usa il concetto di “ritmo” → inadeguato per l'elettroacustica.

MOTO (motion) e CRESCITA (growth)

questi concetti valgono sia a livello spettrale sia spaziale
si diversificano in base al tipo di tendenza direzionale

ci inducono ad aspettarci possibili esiti.



Movimenti :

  • Unidirezionale
  • Reciproco: il movimento in una direzione è bilanciato da un movimento di ritorno
  • Ciclico/centrico: ciclicità della spettromorfologia → impressione di movimento in relazione con un punto centrale

Crescita: Bi/Multidirezionali: hanno tendenza sia gestuale che tessiturale

  • agglomerazione = accumulazione in una massa (tessiturale)
  • dissipazione = dispersione o disintegrazione (tessiturale)
  • dilatazione = espasione, allargamento (cambiamento di dimensione)
  • contrazione = rimpicciolimento (cambiamento di dimensione)
  • divergenza e convergenza: fortemente direzionali. Possono essere gesti o crescite tessiturali
  • esogenia = crescita con aggiunta dall'esterno (può essere associata a dilatazione e agglomerazione)
  • endogenia = crescita dall'interno: cornice che si riempio/ tessitura che si inspessisce



  • MOTI DI TESSITURA
Alcuni movimenti bi/multidirezionali implicano evoluzione della tessitura interna.
La tessitura può essere costituita da più livelli tessiturali sovrapposti.


4 modi in cui le componenti tessiturali interne possono interagire nel movimento (I colonna):

  • Diramazione (streaming): si riferisce alla combinazione di strati in movimenti, e implica una qualche differenziazione tra gli strati (omediante soluzioni di continuità nello spazio spettrale, o perchè ciascuno non ha lo stesso contenuto spettrale.
  • Movimento a Stormo (flocking): movimento collettivo rilassato di elementi piccoli le cui variazioni vanno considerate come un tutt'uno (movimento di uno stormo).
  • Circonvoluzione (convolution) (avvolgimento, torsione) e turbolenza (turbolence): intreccio spettromorfologico confuso, ma ciononostante tendono a coincidere nel caos.



Questi moti tessiturali possono variare nel livello di coerenza interna (II colonna):

  • Movimento continuo: movimento prolungato.
  • Movimento discontinuo: movimento frammentato.


(III colonna): Il continuum continuo/discontinuo va dal movimento prolungato a un estremo, a quello iterativo all'estremo opposto. La granularità può essere considerata sia come prolungata che come iterativa, a seconda della vicinanza tra i grani.


(IV colonna) considera la modalità rispetto al tempo.
  • SPETTRO

La Nota

La riconoscibilità delle altezze è importante nell'ambito della discriminazione spettrale.
La nota può avere una duplice visione:

  • Visione esterna: l'altezza è l'attributo principale e il timbro è solo la coloratura. Le componenti spettrali non sono percepite perchè vi è la massima fusione fra di esse.

  • Visione interna: l'attenzione si sposta sul contenuto spettrale della nota, vengono identificate le singole componenti.

Nel caso di collettivi di note, quando esse si muovono troppo velocemente per consentire all'orecchio di percepire intervalli precisi, la nota cessa di essere significativa. E' teoricamente presente, ma percettivamente assente. Pertanto si possono individuare due categorie

  • Altezza intervallare: l'altezza è identificata, quindi la loro relazione con l'uso tonale è importante.

  • Altezza relativa: l'idea di altezza non è precisa, quindi è più importante seguire un “gesto”


NOTA → RUMORE

E' possibile individuare un continuum tra nota e rumore



Il rumore può avere due definizioni:

  • Granulare: definizione qualitativa. Ruvidità priva di altezza, a grana sottile o più grossolana. Mare, acqua, vento. Costituito da impulsi strutturati in tessitura.
  • Saturo: definizione riguardante la densità. Stato spettrale saturo che non può risolversi in altezze intervallari o relative. Può essere considerato un altro aspetto delle fonti viste nella definizione granulare, ma può anche ottenersi mediante compressione dello spettro.

relazione di frequenza delle componenti → tipologia dello spettro
Sinusoidale: una sola frequenza
Armonico: freq. Fondamentale + armonici
Inarmonico: fre. Fondamentale + armonici/ non armonici
Nodale: spettro complesso e irregolare. No freq. Fondamentale
Rumore: bande di freq. Vicine fra loro
  • SPAZIO SPETTRALE

Lo spazio spettrale va dal suono udibile più grave a quello più acuto.
Nella musica tradizione, conoscendo gli strumenti, si ha una conoscenza prioritaria dello spazio spettrale potenziale non solo dell'insiene, ma anche dei singoli strumenti/voci.
Nella musica elettroacustica i confini dello spazio spettrale non sono conosciuti in anticipano, vengono definiti nel corso del tempo

occupazione spaziale



Per descrivere meglio l'occupazione dello spazio spettrale, sia in una parte di un'opera sia in un'opera nel suo insieme:

  1. Vuoto – Pienezza: lo spazio è coperto estensivamente e riempito o se occupano aree più piccole, creando ampie soluzioni di continuità → impressione di vuoto e isolamento spettrale.

  2. Diffusione – Concentrazione: il suono è diffuso o disperso nello spazio spettrale, o se concentrato in regioni.

  3. Flussi – Interstizi: stratificazione in flussi stretti o ampi, separati da spazi che intercorrono.

  4. Sovrapposizione – Attraversamento: spettri che invadono lo spazio spettrale reciproco o si muovono attorno o attraverso l'un l'altro verso un'altra regione. (legame diretto con processi di moto e crescita)




    DENSITA' SPETTRALE
    La densità spettrale indica se le spettromorfologie, se sovrapposte, possono emergere oppure no.
E' legata alla prospettiva della distanza.



  • SPAZIO E SPAZIOMORFOLOGIA

Altezze più acute possono essere pensate come più alte nello spazio e note più gravi come più basse, forse perchè:

  • freq. Acute sono fisicamente più piccole
  • gli alti gradi della mobilità spettrale riguardano i registri più alti

→ la percezione spaziale combina l'aspetto analogico e quello reale.

Oltre ad esaltare la spettromorfologia, i cambiamenti nella prospettiva spaziale sono un mezzo per delineare la struttura musicale.
Gli spazi sonori possono delineare la realtà o creare spazi immaginari.

La spaziomorfologia può acquistare individualità fino a costituire un'esperienza separata da quella sonora. In tal caso la spettromorfologia diventa il mezzo mediante il quale lo spazio può essere esplorato.

I dettagli spaziali sono però instabili perchè non dipendono soltanto dallo spazio composto, ma anche dalla relazione tra lo spazio composto e lo spazio d'ascolto.

Lo spazio composto può essere suddiviso in due categorie:

  • spazio interno: si ha quando una spettromorfologia sembra racchiudere uno spazio. Le risonanze interne degli oggetti possono dare l'impressione che le loro vibrazioni abbiano luogo all'interno di qualche materiale.
  • spazio esterno: è il più significativo perchè non può esserci musica senzo di esso. Si manifesta attraverso le riflessioni del suono. Lo spazio è il veicolo del suono.


Possibili organizzazioni dello spazio esterno:



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 STRATEGIA GENERALE DI ANALISI

  1. Identificare gli oggetti sonori, analizzarne le caratteristiche e classificarli in famiglie secondo principi spettromorfologici.
  2. Associare un segno grafico a ciascuna famiglia e creare una partitura grafica.
  3. Segmentare il brano seguendo principi gerarchici.
  4. Descrivere ciascun livello di segnemtazione, indicandone le relazioni e i paradigni di identificazione.
  5. Fare un riassunto generale che descriva in sintesi gli elementi paradigmatici, le tendenze direzionali generali e le spettromorfologie generali.